Divulgo su questa affascinante
scienza che ha a che fare con il fattore tempo e che ci insegna a nutrirci e
vivere in armonia con i ritmi segnati dagli orologi biologici sparsi nel nostro
corpo. Geni “orologio” che si attivano e disattivano in funzione di numerosi
fattori ambientali, detti “sincronizzatori”, primi fra tutti il ritmo luce e
buio.
Iniziavo ad addentrarmi nello studio di questa scienza …
Vi racconto brevemente come è
nato il mio interesse per questa scienza. Tra il 2013 e il 2015 iniziavo a
svolgere le visite nutrizionali e, durante l’anamnesi, mi soffermavo a fare
numerose osservazioni. Osservavo, per esempio, che era in sovrappeso chi non
faceva la colazione o la consumava molto scarsa; che aveva uno stato di
maggiore sovrappeso chi mangiava più a cena che nel resto della giornata; che
chi, per lavoro, si trovava costretto a stare sveglio la notte, soffriva
maggiormente di problemi gastrointestinali, di alterazioni cardiovascolari come
ipertensione o che aveva una tendenza ad avere intolleranza al glucosio e
insulino-resistenza; mi chiedevo perché, pur mangiando allo stesso modo, chi
non faceva gli spuntini dimagriva più lentamente; chi non faceva la colazione,
mangiava di meno eppure aumentava più di peso; chi non mangiava durante la
giornata e limitava il cibo solo ad un pasto serale aumentava di peso. Queste e
tante altre osservazioni mi hanno portata a riflettere sul fatto che non poteva
essere solo un problema di calcoli calorici. Iniziai così ad addentrarmi
autonomamente nello studio dei ritmi che segnano la nostra quotidianità.
Mancava ritmo …
Molte risposte mi sono arrivate
quando iniziai a capire, grazie alla cronobiologia, che ogni attività del
nostro corpo ha un suo ritmo e che “forzarlo” o costringerlo a lavorare
diversamente da quanto dovrebbe (quella che in letteratura scientifica viene
definita “cronodistruzione”) può causare, per esempio, sovrappeso, diabete e
ipertensione nell’adulto. Nell’anno 2014, stavo svolgendo attività di ricerca
nei laboratori dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e avevo spesso a
che fare direttamente con i piccoli pazienti e i loro genitori. Trascorrevo
qualche ora del mattino al letto dei piccoli pazienti ricoverati per
complicanze associate all’obesità tra cui steatosi epatica (fegato grasso),
ipertensione, diabete. Indagavo con loro e i loro genitori sulle loro abitudini
alimentari; riscontravo ancora una volta nella gran parte dei bambini la
mancanza della abitudine alla colazione, un maggiore sovraccarico calorico al
pomeriggio/sera e una tendenza a mangiare poco ma in modo continuo (spiluccare).
Ancora una volta mi rendevo conto mancasse un fattore: il ritmo.
Decisi di scrivere un
progetto che indagasse sui ritmi in età pediatrica
Stavamo svolgendo degli studi di
ricerca sui numerosi fattori che incidono sull’obesità in età pediatrica a
partire dall’alimentazione della madre in gravidanza (programming fetale).
Stavamo indagando sulla produzione di ormoni (adipochine) da parte del tessuto
adiposo nei bambini. Indagavamo sulle loro abitudini alimentari e gli effetti a
lungo termine delle stesse sulla loro salute. Mi misi alla ricerca di articoli scientifici
che indagassero sulla cronobiologia in età pediatrica. Si sapeva troppo poco.
Pochi studi incentrati più sui disturbi del sonno frequenti nei bambini. Decisi
di scrivere un progetto di ricerca che indagasse sugli aspetti cronobiologici
in pediatria ed in particolare sul sovrappeso e l’obesità pediatrica. Magari
quei piccoli che già piangevano le conseguenze del sovrappeso avrebbero potuto
giovare di semplici regole che aggiungessero ritmo alla loro giornata senza
necessariamente vivere lo stress che impone una dieta ipocalorica a quella età
(come a tutte le età!).
Alla ricerca di metodiche non invasive per studiare il ritmo in età
pediatrica
Cercai di riunire in un unico
progetto tutte le metodiche che in modo non invasivo (senza fare del male al
bambino) erano state messe a punto da altri ricercatori nel campo della
cronobiologia: questionari sulle abitudini alimentari, sul ritmo sonno/veglia,
sulla attività fisica; campioni di saliva per la misura delle concentrazioni di
melatonina e cortisolo (senza dover necessariamente ricorrere a prelievi
sanguigni che per i bambini potevano risultare fastidiosi). Mi appassionai
degli studi di cronobiologia e obesità che stava svolgendo sulla popolazione
adulta obesa, la Prof.ssa Marta Garaulet, del dipartimento di Nutrizione e
Fisiologia dell’Universidad de Murcia, in Spagna. Di li a poco scoprì che il
laboratorio di cronobiologia dell’Universidad de Murcia era uno dei più avanti
in Europa per quanto riguarda gli studi in cronobiologia. Il Prof. Juan Antonio
Madrid aveva messo a punto un orologio da polso con dei sensori in grado di
rilevare continuamente nel corso della giornata temperatura, posizione e
attività, tre variabili fondamentali per indagare sui ritmi del paziente.
La mia esperienza di ricerca in Spagna
Decisi di scrivere alla Prof. ssa
Garaulet. Avevo un progetto nel cassetto, ero pronta a partire, volevo indagare
sulla tematica. La Prof.ssa Garaulet non esitò a rispondermi che si, era pronta
ad avviare quel progetto insieme a me. Presentai il progetto a diversi istituti
di ricerca per cercare un finanziamento; la Nestlè Nutrition Institute che ha
sede a Losanna apprezzò molto il progetto e mi finanziò per andare in Spagna a
metterlo in pratica. Nel settembre 2014 mi trasferivo a Murcia per sei mesi. Li
il progetto ha avuto davvero inizio. Non con poche difficoltà. Mettere in moto
un progetto di ricerca non è per niente semplice e la Prof. Ssa Garaulet ed il
suo team, che lavoravano secondo gli standard di ricerca dell’Harvard School of
Medicine, sono stati davvero fantastici in questo.
Tutti a scuola con l’orologio magico!
Abbiamo iniziato con le scuole.
Ci recavamo nelle scuole, sensibilizzavamo e presentavamo il tema agli
insegnanti e ai genitori e una volta ricevuto il loro consenso poi avviavamo lo
studio. Lo studio per ogni singolo piccolo paziente durava 1 settimana.
All’inizio della settimana recuperavamo i dati riguardanti peso, altezza, composizione
corporea del piccolo; raccoglievamo
durante i primi giorni i campioni di saliva a diverse ore del giorno. La notte
eravamo in contatto con i genitori per la raccolta dei campioni notturni.
Perché la melatonina è l’ormone della notte e ci si aspetta che salga durante
la notte, il cortisolo ci si aspetta che durante la notte sia molto molto
basso. Se tutto funziona al meglio e se quei famosi orologi funzionano come
dovrebbero in un piccolo bambino. Durante la settimana i genitori dei piccoli
con molto impegno raccoglievano giorno per giorno dati riguardanti le abitudini
alimentari, l’ora del pasto, le abitudini di attività fisica e sonno. E durante
tutta la settimana i bambini indossavano quell’orologio che loro stessi
rinominarono “orologio magico”. Erano felici di partecipare allo studio e sono
stati tutti molto bravi.
Lo studio dei dati e
i primi risultati…
Già alla fine dei miei sei mesi in
Spagna avevamo raccolto i dati riguardanti più di 400 bambini, iniziavamo a
vedere i primi risultati, l’andamento dei diversi parametri; indagavamo sulle
possibili correlazioni tra dati circadiani (come melatonina, cortisolo,
temperatura), dati antropometrici (peso, composizione corporea…) e dati sulle
abitudini alimentari (orari dei pasti, abitudine al consumo della colazione,
differenza di stile di vita tra la settimana scolastica e il fine settimana …).
Nel 2018 pubblicavamo per la prima volta alcuni risultati del progetto sulla
rivista scientifica Journal of Clinical
Nutrition. Riscontravamo, per esempio, una differenza sostanziale con i risultati
ottenuti dalla popolazione adulta. I bambini non sono dei piccoli adulti. Ma
“funzionano” in gran parte diversamente anche dal punto di vista cronobiologico.
Pubblicavamo i dati riguardanti la differenza tra femmine e maschi. Osservavamo
per la prima volta da vicino e con dati alla mano alcuni ritmi nei bambini,
quello della temperatura, quello degli ormoni melatonina e cortisolo, il ritmo alimentazione/digiuno,
sonno/veglia, riposo/attività fisica e definivamo salute circadiana la presenza
di costanza e routine in armonia con questi ritmi. Le piccole bambine, per
esempio, risultavano avere un miglior ritmo, e una migliore salute circadiana
rispetto ai bambini.
Continuo a recuperare
il bello che è la ricerca scientifica quando fatta con uno scopo
L’indagine sui dati continua e
continuerà. Il progetto è diventato la tesi di dottorato di una mia carissima
collega e amica, Nuria e la Prof.ssa Garaulet porta ormai avanti i suoi
bellissimi studi anche nel campo pediatrico coinvolgendo anche diversi pediatri
della zona. Questo permetterà di osservare cosa succede in bambini che piangono
le conseguenze di un sovrappeso. Io seguo dall’Italia e rimango ad osservare e
indagare sui risultati che vengono fuori. Continuo a studiare su questa
scienza, e a divulgare su di essa attraverso il blog, congressi, articoli. Continuo
ad applicare questa scienza nella mia pratica clinica come nutrizionista e come
medico. Continuo a recuperare da questa esperienza il bello che è la ricerca
scientifica quando fatta con uno scopo, quello di poter arricchirsi di
strumenti utili a generare salute, utili a rendere, per esempio, più efficace e
fattibile una cura.